Persona: la sfida antropologica

Persona: la sfida antropologica

Persona: la sfida antropologica

Un ampio uso di palette di colori e una stilizzazione della classica immagine dell’Uomo vitruviano per la brochure sul Convegno sull’Antropologia indirizzato agli studenti dell’Università.
Feriti dal dolore, toccati dalla grazia

Feriti dal dolore, toccati dalla grazia

Feriti dal dolore, toccati dalla grazia

Per il convegno Feriti dal dolore, toccati dalla grazia si è elaborata una grafica che non avesse un diretto riferimento didascalico al tema, evitando quindi abusate immagini di dolore, di mani o di altri elementi classici, che sono sì capaci di dare una vaga idea dell’argomento, ma restano povere a livello di stimoli emotivi e di possibilità di suscitare una riflessione.
Riprendendo quindi a grandi linee lo spunto del convengo sullo sguardo (visto che c’è anche un percorso concettuale in questa serie di incontri ispirati ai cinque sensi), la tematica si sposa con un’immagine capace – partendo anche qui dall’elemento naturale – di rimandare all’idea da esprimere in modo non banale, ma anzi dettato dall’immediatezza della sensazione. Un approccio dunque che, più che seguire stancamente il tema, provi a farlo penetrare nella coscienza. Con questo filo conduttore, si è scelto di elaborare graficamente uno scorcio del bellissimo Antelope canyon negli USA.
I colori e le strie naturali della grotta, uniti alla sua speciale conformazione, danno immediatamente un’impressione materica (che si percepisce nel rispettare il tema) e quasi anche “corporea”.
Gli squarci che si aprono qua e là nelle sinuosità delle rocce rimandano all’interruzione dettata dal dolore citato nel titolo. La stessa posizione dell’osservatore, in basso, contribuisce alla sensazione di difficoltà.
Ma la fenditura più grande, quella in alto e posta nel fuoco dell’immagine, si apre invece su un cielo luminoso che va dall’azzurrino al bagliore bianco, con chiari e evidenti riferimenti alla grazia che non abbandona.
Le sottili linee grafiche bianche che seguono l’andamento della composizione rimandano alla figura “tattile” delle impronte digitali. Pur restando sullo sfondo, la loro presenza all’interno della composizione è percepibile.

Imago doloris

Imago doloris

Imago doloris

Grafica realizzata per l’incontro promosso dai Musei Vaticani dal titolo “Imago doloris”.

La Chiesa italiana e la salute mentale 2

La Chiesa italiana e la salute mentale 2

La Chiesa italiana e la salute mentale 2

Grafica realizzata per il convegno La Chiesa italiana e la salute mentale 2 organizzato dall’Ufficio Nazionale per la pastorale della salute della CEI.

Uno sguardo che cambia la realtà

Uno sguardo che cambia la realtà

Uno sguardo che cambia la realtà

La grafica proposta per il convegno Uno sguardo che cambia la realtà è stata elaborata a partire dalla doppia volontà di sfruttare concettualmente la bellezza del titolo – che già in sé reca forte il messaggio del capovolgimento di prospettiva – e di evitare il banale utilizzo di immagini direttamente connesse al mondo della malattia, che avrebbero reso la composizione troppo pesante e per di più lontana dal significato stesso dell’evento.
Si è pensato dunque all’immagine dell’iceberg, icona per antonomasia di tutto ciò che c’è di velato e nascosto dietro l’apparente realtà fenomenica, per proporla però capovolta, a significare – in una connessione diretta col titolo – un ribaltamento di prospettiva e di sguardo, ora capace di disvelare una realtà nuova, profonda e molto più ricca da analizzare rispetto alla visione consueta ormai cristallizzata dalla società.
L’idea richiama alla lontana le opere di Magritte, in cui l’apparenza viene sempre messa in discussione ed è costantemente proposta al fruitore, quasi provocatoriamente, l’adozione di uno sguardo nuovo e alternativo a quello logico e consolidato.
Anche la composizione del titolo, volutamente leggera e dinamica, vuole suggerire l’idea di evoluzione, capovolgimento e nuova prospettiva che rifiuta la staticità dello status quo.
La grafica si prefigge quindi di essere sia concettualmente significativa che esteticamente d’impatto.