Giornata Mondiale del Malato 2018
L’immagine proposta per la XXVI Giornata Mondiale del Malato è stata concepita e realizzata con l’obiettivo di veicolare il senso del brano evangelico – tema della Giornata – nelle due direttrici (estetica e concettuale) per fonderle in una composizione armonica e significativa.
Dal punto di vista estetico, la grafica propone una sintesi fra uno stile più classico – nel richiamo agli stilemi tipici delle vetrate sottolineati dalla giustapposizione di elementi dalle forme decise – e uno più moderno, nella stilizzazione dei soggetti e nella scelta degli abbinamenti cromatici.
Lo sviluppo della linea della croce lungo la diagonale asimmetrica aggiunge alla composizione solidità e senso di solennità.
Baricentro concettuale di tutta l’immagine è il congiungimento delle mani di Maria e del Discepolo, collocato graficamente nel punto di incontro degli ideali assi strutturali della composizione.
La croce, resa appositamente con un colore “celeste”, diventa quindi – da elemento pesante e terreno – fascio di luce divino che incrocia e suggella questa accoglienza. Un raggio che – a differenza della croce fisica – non scompare nel suolo, ma prosegue, fino a formare una linea luminosa che graficamente occupa l’intera verticale della composizione e concettualmente rischiara tutto il cammino.
L’intero sviluppo delle forme geometriche accostate, dalle quali nasce per mera differenziazione di tonalità cromatica ogni elemento della composizione, assolve da un punto di vista concettuale anche alla funzione di dare all’immagine senso si continuità e di unità, per sottolineare l’importanza apicale del momento.
Una solennità che è possibile ravvisare anche nelle forme stilizzate – ma non spersonalizzate – dei volti e nell’emanazione luminosa che procede dall’alto della croce, capace di rischiarare l’intera scena rendendo l’immagine esteticamente più delicata e quindi meglio rispondente alla tipologia di persone cui è rivolta.
Dal punto di vista estetico, la grafica propone una sintesi fra uno stile più classico – nel richiamo agli stilemi tipici delle vetrate sottolineati dalla giustapposizione di elementi dalle forme decise – e uno più moderno, nella stilizzazione dei soggetti e nella scelta degli abbinamenti cromatici.
Lo sviluppo della linea della croce lungo la diagonale asimmetrica aggiunge alla composizione solidità e senso di solennità.
Baricentro concettuale di tutta l’immagine è il congiungimento delle mani di Maria e del Discepolo, collocato graficamente nel punto di incontro degli ideali assi strutturali della composizione.
La croce, resa appositamente con un colore “celeste”, diventa quindi – da elemento pesante e terreno – fascio di luce divino che incrocia e suggella questa accoglienza. Un raggio che – a differenza della croce fisica – non scompare nel suolo, ma prosegue, fino a formare una linea luminosa che graficamente occupa l’intera verticale della composizione e concettualmente rischiara tutto il cammino.
L’intero sviluppo delle forme geometriche accostate, dalle quali nasce per mera differenziazione di tonalità cromatica ogni elemento della composizione, assolve da un punto di vista concettuale anche alla funzione di dare all’immagine senso si continuità e di unità, per sottolineare l’importanza apicale del momento.
Una solennità che è possibile ravvisare anche nelle forme stilizzate – ma non spersonalizzate – dei volti e nell’emanazione luminosa che procede dall’alto della croce, capace di rischiarare l’intera scena rendendo l’immagine esteticamente più delicata e quindi meglio rispondente alla tipologia di persone cui è rivolta.